Il Santuario

Santuario del Sacro Cuore e dell’Addolorata

Il santuario si affaccia sul piazzale “Suor Maria Maddalena Starace”.
Il campanile di recente costruzione è opera dell’architetto Donnarumma Gennaro, del geometra Esposito Vincenzo e delle imprese Mosca e Graziuso.
Le cinque campane opera della fonderia “De Poli” di Vittorio Veneto (TV) sono dedicate rispettivamente: alla Madre Fondatrice, al Sacro Cuore, alla Beata Vergine Addolorata, ai Sette Santi Fondatori e al Servo di Dio mons. Vincenzo Sarnelli.
Furono benedette da S.E. Mon. Felice Cece il giorno 4 settembre 2005 e issate sul campanile il giorno seguente.
Il loro suono si è diffuso nei dintorni per la prima volta il 1° aprile 2006 giorno in cui il campanile è stato benedetto con una solenne celebrazione da sua Eminenza il Cardinal Josè Saraiva Martins prefetto della Congregazione per la causa dei Santi.

L’imponente facciata di linee semplici ed eleganti è caratterizzata da un settore centrale più alto, sporgente rispetto alle due ali laterali, più basse e raccordate al settore centrale con due volute. Nella parte centrale appaiono due coppie di lesene corinzie che reggono un fastigio riccamente decorato. Al centro si apre il portale formato da due colonne reggenti una fascia; nel secondo ordine si ripete il medesimo schema: due coppie di lesene reggono un timpano triangolare, al centro si apre un finestrone inquadrato da un’edicola con timpano arcuato retto da colonne.

Il grande portale in bronzo (Grossi, 1908 e restaurato da Briano Pomata nel 2007), è composto di pannelli artisticamente cesellati, incorniciati da un ramo di rosa e uno di vite intrecciati, che partono da due vasi posti sullo zoccolo di ciascuno dei battenti: i quattro pannelli in alto, riportano gli stemmi del Pontefice, del cardinale protettore delle Compassioniste e dei vescovi del tempo; nei due pannelli centrali si ammirano le effigi del Sacro Cuore e dell’Addolorata; i quattro in basso sono decorati in stile rinascimentale.

Particolari del portale

L’Addolorata

Il Sacro Cuore

INTERNO (adattamento della descrizione di P. Basile tratta dalla biografia di suor Maria Maddalena a cura di Gabriele Maria Raschini)

La prima impressione che si riceve entrando nella chiesa del Sacro Cuore è di sontuosa grandezza. È a tre navate, con le cappelle laterali intercomunicanti.
La navata centrale è tutta inondata di luce piovente dai vasti finestroni e tutta scintillante d’oro e di colori. Semplice e classica l’architettura. Le linee larghe, ben armonizzate nell’insieme, la grande volta a botte, con le pitture e i suoi stucchi dorati, i pilastri ad imitazione di marmi fortemente policromi, l’abside elevata sulla maggiore navata e racchiudente l’ampio ed artistico altare tutto rilucente di marmi e di bronzi, il pavimento dal disegno semplice e chiaro, formano un insieme armonioso di linee e di colori. Il corpo della chiesa fino agli scalini dell’abside è diviso in cinque grandi scompartimenti che abbracciano la volta e le grandi pareti. Pilastri corinzi scannellati sostengono la trabeazione sulle fiancate della grande nave. Al di sopra di questa, in corrispondenza di ogni pilastro, si voltano cinque costoloni che scompartiscono la volta, al di sotto tra i pilastri, si aprono archi che danno accesso alle cappelle. In complesso è l’architettura delle grandi chiese del Rinascimento

La volta a botte si sviluppa immediatamente dalla trabeazione. È divisa in cinque scompartimenti: il primo sulla tribuna dell’organo e l’ultimo sul santuario, sono interi e ornati di cassettoni ottagonali; gli altri tre sono rotti nella parte culminante del grande affresco della crocifissione opera di Vincenzo Galloppi e nella parte bassa da sei finestre, tre per parte, con gli sgusci acuti che vanno a sfiorare la cornice dell’affresco. In essi sono dipinte le Sante devote dell’Eucarestia. Sui due costoloni che rimangono interi e sui frammenti degli altri tre che ricompaiono tra le finestre ai lati dell’affresco centrale, sono dipinti angeli recanti cartocci con le invocazioni delle litanie del Sacro Cuore.

Le cappelle delle due navate laterali sono tutte uguali, con altari simili per disegno, dimensioni, colori e marmi. Un’uniformità, che non genera monotonia.

La mensa è sostenuta da colonnine coniche di marmo rosso e sostiene un tabernacolo a edicola dal timpano triangolare e due gradini di marmo. Il paliotto è di marmo di Vitulano con croce bianca. Sopra ogni altare un’edicola corinzia larga quanto l’altare stesso, occupa lo sfondo della cappella con affreschi riferiti al santo titolare di ciascuna cappella: a destra la Madonna Addolorata, la Madonna del Buon Consiglio e San Filippo Benizi; a sinistra i Sette Santi Fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria, il transito di San Giuseppe e le Anime sante del purgatorio.
Le volticelle sono a botte decorate di cassettoni ottagonali.

La parte più ricca, più bella, quella che è il centro del santuario, è l’abside. Vi si accede per tre gradini (sormontati, una volta, da un’elegante balaustra di marmo). L’ altare maggiore è sontuoso. L’altare è sorretto da quattro colonnine ioniche color rosso di Francia, accoppiate. La pala d’altare, mirabile riproduzione dell’ Ultima cena di Leonardo da Vinci è un vero capolavoro.
Il tabernacolo ha proporzioni monumentali: l’avancorpo è sostenuto da due colonnine scannellate di rosso di Francia con le basi e i capitelli di bronzo.

Nel centro dell’abside vi è il grande quadro del Sacro Cuore, opera del pittore Scognamiglio.
Ai suoi piedi Santa Margherita Alacoque, la grande confidente del Sacro Cuore.
Dal Cuore Divino partono, ad imitazione di alcuni quadri antichi, raggi d’oro purissimo, e nella parte superiore sono alcune testine di angeli fra le nuvole, d’oro anch’esse.

Nella cantoria centrale situata sul portale d’ingresso, è istallato un organo a canne a trasmissione digitale, alto m.4,50 e una largo di m. 5,85, realizzato dalla Ditta Consoli nel 2007.

Le vetrate sono state realizzate recentemente nel 2007 a cura della Ditta Mellini. Sono di vetro antico soffiato colorato in pasta di produzione Francese e Tedesca, cotte a gran fuoco e legate a piombo. Esse creano la giusta tonalità di luce e un clima di raccoglimento.

Nella sacrestia si trova un armadio artistico opera della benemerita casa Grossi e il pulpito, una finissima scultura in legno.
A completarne l’ornamento si aggiungono cinque pregevolissime opere d’arte: quadri di mirabile fattura della scuola di Antonio Vaccaro (sec.XVIII), rappresentanti probabilmente i cinque profeti, che furono donati dal cavaliere Grossi.

Dal 26 aprile 1934, impreziosisce la sacrestia la venerata salma dell’eroico capitano Loreto Starace, nipote di Maria Maddalena, racchiusa in una graziosa tomba di marmo bianco.

Nei particolari