Il Percorso
Morta la S. di D. nel 1921, il Processo ordinario si svolse 18 anni dopo (dal 1939 al 1942) a Castellamare di Stabia diocesi dove la S. di D. era nata e vissuta fino alla morte.
Sono stati ascoltati 72 testi, dei quali 5 ex officio. Dei testi, 65 sono de visu.
La peculiarità di questa causa ha la sua radice, nel “Reponatur” del Sant’ Uffizio del 1944, ritirato soltanto nel 1973, causato dai fenomeni straordinari nella vita della S. di D.
Nel 1982 venne richiesto un voto ex officio su questi fenomeni straordinari (timori ingiustificati, vomiti strazianti, astinenze prolungate da cibi e bevande, malattie misteriose, estasi, stigmate, possessioni diaboliche, ecc.).
Secondo le informazioni queste prove cominciarono quando la S. di D. aveva 20 anni, cioè nel 1865, con la vestizione dell’abito di terziaria OSM.
Ma dalla lettura della autobiografia della S. di D. (Cfr. Summ. Doc. pp. 168 169) sembra che siano cominciate quando la S. di D. aveva 30 anni (cioè verso il 1875).
Le prove durarono fino al 1900.
La situazione si sbloccò definitiva mente dopo il ritrovamento di documenti importanti, e nel 1988 la causa fu affidata al Rev.mo P. Ambrogio Eszer O.P. come relatore.
Molto importanti sono per la causa:
a) gli scritti del vescovo Mons. Sarnelli, che seguì spiritualmente la Sr. Maria Maddalena, per ben 18 anni e annotò quanto di straordinario avveniva nella S. di D;
b) la perizia medica scritta dal Dott. Flaviano Colamusssi (11.6.1899) per incarico del Vescovo Mons. De Jorio. Il Dott. Colamussi aveva seguito da vicino la S. di D. da anni, per incarico dal vescovo Mons. Sarnelli;
c) la relazione giurata che Mons. De Jorio chiese alla Vicaria della S. di D. Suor Maria Santorelli;
d) gli appunti autobiografici che i vescovi comandarono di scrivere alla S. di D. Questi documenti hanno arricchito molto le prove della Causa e sono stati di grande valore per conoscere proprio le singolari esperienze della S. di D. in 25 anni di successi molto straordinari.
Sono state ascoltate dichiarazioni di 2 vescovi, 8 sacerdoti secolari e 3 religiosi, religiose (23 della Congregazione fondata dalla S. di D. e 3 di altre congregazioni) e 33 laici, fra i quali alcuni membri della famiglia della S. di D. (2 fratelli, 1 sorella, nipoti). Di particolare importanza ci sembra la dichiarazione della teste XXIX, Suor Bernardina Caso che, quando aveva 15 anni, conobbe la S. di D., entrò nella sua Congregazione religiosa e per 40 anni trattò la S. di D. fino alla sua morte, alla quale fu presente. È stata la successora della S. di D. come Superiora Generale.
Dal 1900/1901 fino alla morte (1921), la S. di D. non ebbe più fenomeni straordinari. Si dedicò alla formazione delle sue suore, al governo e all’espansione della congregazione. Per questo, appunto, ci sembrano di grande valore le dichiarazioni dei testi su questi ultimi 20 anni della S. di D., indipendentemente che alcuni testi non abbiano conosciuto i fenomeni straordinari degli anni precedenti.
Dalla Positio emerge la singolarità della figura di questa religiosa, chiamata da Dio a percorrere abbracciata alla Croce del Signore tutto il suo itinerario religioso. Le sofferenze che dovette patire non sono state soltanto le dure prove che comportarono i fenomeni straordinari ma anche le contraddizioni alla sua fondazione da parte del laicismo più militante, il dolore per la morte di ben 22 giovani religiose che entrarono nella sua congregazione, o le gravi infermità di alcune consorelle, le umiliazioni da parte di persone della sua città… Come vera Serva di Maria visse sempre con la convinzione che la Madonna fosse la superiora della Congregazione e lei la “bidella” .
La singolarità dei fenomeni straordinari vissuti da sr. M. M. e la durezza di alcune di queste prove sono molto bene studiate dal punto di vista della teologia mistica nel voto di S.E. Mons. Echevaria.
Chiarite queste complesse e difficili questioni, l’8 aprile 2003 il Congresso Speciale della Congregazione delle Cause dei Santi ne riconosce le virtù eroiche.
Il 7 luglio 2003 il Santo Padre Giovanni Paolo II approva l’eroicità delle virtù e la proclama Venerabile.
La Consulta medica nella riunione del 21 ottobre 2004 approva il miracolo a favore di Suor Fara di Gesù Crocifisso.
Il 26 giugno 2006 Sua santità Benedetto XVI accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle cause dei santi ne ha decretato la Beatificazione.
L’OSSERVATORE ROMANO
Il Miracolo
Sintesi cronistoria di un “prodigio”
L’evento prodigioso, dalla consulta medica ritenuto “nella sostanza e nel modo in cui è avvenuto non ragionevolmente spiegabile”, riguarda la rapida e perfetta guarigione di sr. Farà Ciaramella, avvenuta nel 1927.
Il giudizio dei cinque esperti, alcuni di fama internazionale, si fonda sulle testimonianze giurate della suora, del medico curante, Dott. Luigi Colamussi e del Prof. Roberto Rordorf, docente di patologia medica all’università di Napoli.
Riportiamo in parte, le loro testimonianze.
Sr. Farà:
io mi ammalai il 18 luglio 1927. il male cominciò con una continua emorragia alle gengive, che, senza interruzione, aumentava sempre più, con febbre alta, male forte di testa e, se muovevo nel letto ero presa da svenimenti. Cominciò ancora l’emorragia intema e l’emorragia cutanea. La Madre generale sr. Berardina Caso mi diceva di chiedere con fede al Sacro cuore di Gesù la grazia della guarigione, per intercessione della Madre Fondatrice. Io però, in quello stato, non speravo per niente la guarigione, ma una buona e santa morte. Una mattina la madre generale mi mandò un asciugamano usato dalla nostra Venerata madre Fondatrice e mi disse di tenerlo addosso con fede. La notte sr. Alessandrina De Lorenzis sognò la Madre Fondatrice, che era venuta per me, non per prendermi, ma perpurificarmi (c’è anche la testimonianza giurata di sr. Alessandrina). Io ricordo ed affermo che, nel mettermi addosso l’asciugamano, l’emorragia cessò istantaneamente ed ebbi una convalescenza di pochi giorni di fronte ai tredici giorni (18-31 luglio) di malattia con l’emorragia continua. (Le conseguenze della malattia non si sono più ripetute).
Il Dottor Luigi Colamussi nella sua testimonianza asserisce che sr. Farà
ammalatasi di diatisi emorragica, malattia con prognosi infausta, giunse ad un punto di estrema gravezza… Si aspettava, da un momento all’altro la fine, essendo giunta quasi allo stato preagonico. Avendola in tali condizioni lasciata una sera, nella mattina seguente ebbi da notare un sostanziale miglioramento, a cui seguì una insperata e rapida guarigione.
Il professor Rordorf
chiamato d’urgenza, conferma la gravita del male, perché la suora presentava uno stato tossico infettivo notevole ed emorragie dalle mucose, bocca, naso, gola con gengive tumefatte e punti emorragici di f fusi per tutto il corpo. Contemporaneamente si verificarono emorragie intestinali ed urinarie. Egli definisce la malattia; porpora acuta a tipo tifoideo. In una successiva visita lo stesso professore dichiarava che le condizioni generali della paziente erano ancora più gravi, soprattutto perché le emorragie continuavano… si manifestavano segni di necrosi delle gengive, glossite, anemia profonda, febbre alta, vomito ematico.
In una terza visita il professore nota l’aggravarsi dello stato settico, dell’anemia, dei fatti emorragici. Riteneva il caso disperato, tuttavia, per dare l’illusione di un suo intervento, consigliò al medico curante un’ipodermoclisi; ma non fu possibile amministrarla per una sopraggiunta perdita di coscienza. Il Professor Rordorf, sicuro che la suora fosse già morta, con meraviglia nei primi giorni di agosto apprese che la suora era guarita. Sembrandogli impossibile, si recò spontaneamente a Castellammare per accertarsi di persona di un evento da lui ritenuto inspiegabile. Personalmente potè constatare che sr. Farà non solo non presentava alcun segno di malattia, ma che le condizioni di nutrizione, di sanguificazione, le forze e tutto lo stato generale erano quelle non di una convalescente, ma di una persona di buona salute, che disimpegnava normalmente tutte le attribuzioni del suo ufficio, come mai fosse stata malata così conclude la sua testimonianza: A mio parere ritengo soprannaturale la guarigione e quello che più conta, il ritorno completo di forze e di sanguificazione, dopo pochi giorni, da uno stato così grave e disperato.
Dopo un diligente, attento e personale studio, i Professori della Consulta Medica, all’unanimità hanno espresso parere favorevole, dichiarando prodigiosa la rapida e perfetta guarigione di sr. Fara.
Sr. Farà morirà, dopo 27 anni, il 12 agosto 1954 per un tumore al seno.