Lettera Generale Bencivenga

Dal Ministero della difesa

Reverendissima Madre Superiora, Rev. da Vicaria, Suore, Signore e Signori, ho l’onore di comunicare che il Comandante Civile e Militare di Roma ha conferito la croce di guerra al valor militare “sul campo” a Sr. Maria Goglia, Vicaria dell’Istituto Suore Compassioniste Serve di Maria.

Con questa ricompensa-unica concessa a religiose e della quale pochissime donne sono state insignite il fronte Militare Clandestino di Roma intende riconoscere l’opera altamente patriottica svolta con profondo spirito umanitario, grande capacità organizzativa, sereno sprezzo del pericolo da Sr. Maria durante il periodo di occupazione tedesca.

Chi ha avuto la ventura di seguire tale opera di assistenza morale e materiale sa quanto grande e multiforme essa sia stata: accogliere, sistemare, far vivere e alloggiare un centinaio di perseguitati, non importa se di religione diversa dalla sua, dalla nostra; dar ricetto, vestire, alloggiare e nutrire militari sfuggiti all’ arresto e alla deportazione; immagazzinare viveri e favorirne la distribuzione ai patrioti sparsi nella capitale; a tutti procurare documenti anagrafici ed annonari che consentissero di vivere e di muoversi.
Basta questa schematica elencazione a far intravedere la complessità dei problemi organizzativi e finanziari che Sr. Maria ha dovuto affrontare e risolvere; a far comprendere a quali pericoli si sia esposta in un periodo in cui il sospetto, l’insidia, la delazione avevano irretito l’intera capitale. Per ben tre volte, infatti, la polizia nazi-fascista tentò subdolamente di penetrare il segreto di questo Istituto;
per ben tre volte, però, la Suora – certo ispirata dall’alto – seppe sventare ogni intrigo.

Indubbiamente durante tutti i nove mesi la sostenne nella pericolosa vicenda la sicura coscienza di agire in obbedienza ad un più alto comandamento, ben superiore, se pure in contrasto coi decreti di un governo illegale servo dello straniero e che, in nome di un passato ormai sepolto, perseguitava i suoi figli migliori. Era per la salvezza di questi che Suor Maria combatteva, anche a rischio della stessa sua vita; ed io sono sicuro di interpretare i sentimenti unanimi di tutti i beneficiati esprimendo alla Suora la loro riconoscenza, così come sono certo che in questo momento di gioia il pensiero di lei ritorna ad essi accompagnato da sempre viva benevolenza. Ma ad uno in particolare va il pensiero di Suor Maria e con un senso di dolore non diminuito dal tempo: a quel Paolo, giovane ufficiale raccolto per primo, nei tristi giorni dello sbandamento dell’esercito e maternamente assistito per lunghi mesi fino al giorno della liberazione tanto attesa, quando un fatale destino lo tolse all’amore dei suoi genitori lontani e alla sua generosa beneficatrice.
Anche Paolo, o Suora, è qui presente in spirito e si unisce alla letizia a noi nel coro di ringraziamento. Il riconoscimento del Fronte Militare Clandestino oltre che alla Vicaria va altresì all’Istituto, a quell’ organismo cioè che – grazie ai suoi mezzi, alle sue possibilità finanziarie e organizzative, ai nobili fini costantemente perseguiti- consentì la realizzazione delle iniziative di Suor Maria; va in particolare alla Reverendissima Madre Superiora che nella sua saggezza ha ispirato e favorito col consiglio e coll’ azione ogni disegno della sua figliola; va a tutte le Suore, appassionate ed instancabili collaboratrici della loro sorella nella comune opera cristiana e patriottica.

E’ a dimostrazione del riconoscimento di questa alta opera da parte degli uomini che io consegno nelle sue mani, Suor Maria, il brevetto e l’insegna metallica della croce di guerra al valor militare; più alta e ambita ricompensa riceverà in cielo dalle mani del Signore.