Indirizzo di saluto della madre generale Suor Ermanna Luciano

Indirizzo di saluto della madre generale
Suor Ermanna Luciano

Ringrazio il Sindaco Raffaele Scarinzi, il Comitato, il parroco don Biagio Corleone, la comunità Francescana, la famiglia nella persona di Sergio Goglia, Dario e Suor Maria Pia e quanti si sono adoperati per questa cerimonia tanto importante per il paese. Per me e per tutto l’Istituto è una grande gioia essere qui oggi ad onorare e riscoprire la figura di questa nostra sorella, senz’altro una delle più significative della nostra congregazione, di questi ultimi tempi.
Maria Angela Goglia nacque a Vitulano (Benevento) il 25 novembre 1910 da famiglia profondamente cristiana.

Si consacrò giovane al Signore fra le Suore Compassioniste Serve di Maria. e visse con gioia la sua vocazione fino alla morte. Tre sono stati gli elementi fondamentali che caratterizzarono la vita consacrata di Madre Maria: seguire Gesù in modo esclusivo, assumendo alla lettera la forma di vita terrena che egli scelse per sé; assumere i consigli evangelici della castità perfetta, della povertà e dell’obbedienza per il regno dei cieli; si impegnò a vivere questa speciale sequela di Gesù per sempre dichiarandolo formalmente di fronte alla Chiesa, nell’Istituto delle Suore Compassioniste Serve di Maria.

Madre Maria ancora giovanissima, quindicenne, di particolare intelligenza aveva intuito che così si costruisce la vita eterna. Per questa ragione valutò quanto sia importante fare scelte giuste, costruttive, equilibrate, dettate da discernimento, da prudenza, da sincerità nella ricerca del bene.
Viene notata per la sua personalità. Cosa non facile, quale nota caratteristica che la guiderà durante il percorso della sua vita, la prudenza; con la luce dello Spirito Santo, decide di vivere nell’amore, e a cercare “tutto quello che è vero, nobile giusto, puro, onorato, quello che è virtù e merita lode”. Con questa volontà semplice e schietta si è mossa nelle complesse e concrete vie del bene, del vero bene, del bene reale. A 18 anni fu ammessa alla vestizione; a 19 emise i voti semplici, a 24 i voti perpetui.

Nel Capitolo Generale del 1958 a 48 anni viene eletta Superiora Generale, servizio reso fino al 1970. Sulle orme della Fondatrice ripeteva: La vita è amore. Una vita che non è vissuta con amore e per amore, che non sa farsi dono d’amore, resta sempre alle soglie della verità, perché la verità della vita è l’amore. Madre Maria ha realizzato la stupenda esortazione della Fondatrice: “Anime avventurate che avete avuto libertà di amare, apprezzate la sorte vostra, non dite mai d’aver patito perché il patire per l’anima amante è regnare, solo il peccare dicesi amaro, anzi amarissimo”. “Ardo di desiderio di vedere piantato nell’Istituto l’albero della virtù, il cui tronco è l’umiltà e i suoi rami portano frutti di pazienza, di ubbidienza, di mansuetudine, di soavità e di speranza nel bene che si intraprende.

Per 12 anni. prima e dopo il Concilio, promosse con sapienza il rinnovamento spirituale e l’aggiornamento culturale delle Suore, la ricerca storica dello spirito e delle finalità dell’Istituto e preparò la prima redazione delle nuove Costituzioni.
Come Serva di Maria, si dedicò teneramente alla Vergine Addolorata, al suo servizio, al suo culto; amò fattivamente l’Ordine e la famiglia servitana.
Offri la vita e le sofferenze per l’Istituto, per le giovani, per le vocazioni.

Suora osservante e Priora premurosa, condivideva ilare con le sorelle iniziative e fatiche. Donna ricca di umanità si prodigò instancabilmente per tutti, specialmente per i poveri.

Ci pare doveroso far conoscere alcune pagine della sua vita che si sono intrecciate con la nostra storia nazionale, nei momenti più bui della guerra; e con quella della nostra famiglia religiosa nei momenti più difficili, ma vivi e così pieni di speranza che furono gli anni del Concilio e del post Concilio. Pagine di vita che possono servire ancora oggi per imparare, come dicono le nostre costituzioni, a chinarci, come Compassioniste, sulle sventure dei fratelli e portarvi aiuto e conforto. Parole che Madre Maria ha saputo tradurre nella più pura realtà.

Donna forte e generosa, nel 1944, durante i nove mesi di occupazione tedesca a Roma, pronta all’invito del Santo Padre, Pio XII, che invitava i Religiosi ad aprire le porte dei Conventi a Ebrei e a quanti si trovavano nella necessità di un rifugio sicuro; pur essendo assente la Priora, ella accolse nella Casa di Via Torlonia, 60 ebrei, 20 familiari di Ufficiali Italiani e numerosi altri giovani lontani dalle famiglie a cui offriva consigli, sostegno morale, aiuti materiali… a rischio della vita.
Tale gesto caritativo, estremamente pericoloso, ebbe da parte delle autorità civili un degno riconoscimento.
Nel 1946, in presenza delle autorità ecclesiastiche e militari, ricevette una Croce al valore civile e militare.
Dal discorso pronunciato al momento del conferimento della croce dal generale Roberto Bencivenga del comando civile e militare di Roma il 5 giugno 1946, sappiamo che, con questa ricompensa-unica concessa a religiose e della quale pochissime donne sono state insignite, il fronte Militare Clandestino di Roma intende riconoscere l’opera altamente patriottica svolta con profondo spirito umanitario, grande capacità organizzativa, sereno sprezzo del pericolo da Sr. Maria durante il periodo di occupazione tedesca.

Le consorelle della comunità, instancabili collaboratrici, nella comune opera cristiana e patriottica hanno testimoniato quanto grande e multiforme sia stata la loro opera.
Accogliere, sistemare, alloggiare, nutrire, immagazzinare viveri e favorirne la distribuzione ai patrioti sparsi nella capitale, procurare documenti anagrafici a un centinaio di perseguitati e militari sfuggiti all’ arresto e alla deportazione, non è stata un’impresa facile.
Per ben tre volte, infatti, la polizia nazi-fascista fece irruzione nella comunità tentando di scoprire se si nascondevano rifugiati e per ben tre volte, le Suore seppero sventare ogni intrigo.

Madre Maria ci ha lasciato più che un ricordo, una lezione di vita. Per fare scelte giuste bisogna essere aderenti alla realtà, ossia a ciò che risponde alla verità delle cose, delle situazioni, a ciò che produce veramente il bene.
Grazie a tutti i presenti. Ai giovani, che non l’hanno conosciuta, rivolgo un monito particolare, di affrontare con coraggio, entusiasmo, senza paura la vita sull’esempio della loro concittadina.

Vitulano 27/01/2019